Sono sempre più convinta che ad essere un clown si riceva molto più di quello che si dà. Tutto viene restituito raddoppiato, anzi moltiplicato e questo viaggio in Abruzzo – nel piccolo paesino di San Nicola in Tornimparte – ne è stato la conferma…..
Tutto è iniziato con uno scambio di e.mail tra amici, una piccola richiesta di aiuto che ci fa scoprire interessi comuni fino a quel momento ignorati: il volontariato, l’aiuto verso chi ha bisogno. Di fronte a queste cose un clown non può certo rimanere insensibile
. C’è da aiutare un piccolo paesino vicino l’Aquila, uno di quelli che non sono stati fortemente colpiti dal terremoto e per questa ragione esclusi dalla macchina dei soccorsi attivata il 6 aprile. Ma il terremoto anche qui ha portato la sua dose di sofferenza, angoscia, paura ed incertezza, anche qui ha lasciato quel senso di vuoto e di precario.
Quindi si parte. Ai ragazzi della Protezione Civile di Rimini, già presenti sul territorio, facciamo sapere che oltre al materiale, ci sono anche dei clownini che vogliono partire, vogliono mettersi in gioco di persona, toccare con mano.
Inizia l’organizzazione: la raccolta del materiale, lo studio della trasferta, della logistica per il pernottamento nel campo della protezione civile. Ci avvisano che un intero paese ci attende…….aspettano proprio noi, i clown!!!!!!
I bambini sono in fermento, le mamme preparano il pranzo per accoglierci e ringraziarci……….aiuto, ce la faremo??? Siamo solo 4 piccoli clown con il supporto di Danilo (grande e mitico!).
Partiamo sabato pomeriggio e arriviamo per cena (siamo arrivati tardi) ma i volontari del campo ci hanno tenuto in caldo il nostro pasto e subito sentiamo che “siamo a casa”…….
Siamo al campo di Villa Sant’Angelo (uno dei paesi più colpiti dopo la tristemente nota Onna) intorno a noi ci sono le tende e sperimentiamo, anche solo per una notte, cosa significhi dormire in un campo, sotto una tenda della protezione civile. Possiamo solo lontanamente immaginare cosa hanno vissuto gli sfollati in quel campo……. Condividiamo la tenda assieme a due alpini che gestiscono questo campo assieme agli uomini e donne della protezione civile di Rimini (MITICI, FANTASTICI, GRANDI). Si dice in giro che i campi dell’Emilia Romagna sono i migliori, e io ci credo, non fosse altro che per la nostra mitica cucina e la nostra simpatia……
Domenica mattina, dopo il “solerte e dolce risveglio” (Gianluca ci ha svegliato picchiando a tutta forza un mestolo contro un coperchio) e dopo la colazione, ci siamo “messi in riga” per l’alza bandiera. Sì ragazzi, un vero alza bandiera con tanto di inno. Con il sole che splendeva di fronte a noi e il cane del campo che ululava noi ci siamo quasi commossi, abbiamo anche cantato “… fratelli d’Italia l’Italia s’è desta…..” mentre la bandiera lentamente si alzava.
Alla fine l’alpino che conduceva la “cerimonia” ci ha congedato con un perentorio “volontari riposo e adesso……….a lavorare” ….. che meraviglia, che emozione ………
Lasciamo a malincuore i ragazzi del campo, soprattutto Gianluca e Davide (Davide è Gelsomino con 10 anni in più, che ridere, UGUALE) e partiamo alla volta di San Nicola in Tornimparte. Prima però ci fermiamo a vedere Onna, per capire meglio da vicino cosa significa “IL TERREMOTO” e vi posso assicurare che una cosa del genere non l’avevo mai vista. C’era un bigliardino che spuntava dalle macerie ancora lì, dei vestiti, pezzi di vita che si sono fermati in un istante il 6 aprile………..così come nella città dell’Aquila dove siamo passati al ritorno. Sotto i nostri occhi una città fantasma, un’intera città completamente deserta, transennata, immobile, fermata quel maledetto giorno.
Finalmente arriviamo a San Nicola in Tornimparte. Giuseppina – che ha organizzato tutto grazie all’amicizia stretta con Gianluca della protezione civile di Rimini nel campo di Villa Sant’Angelo – ha radunato anche le famiglie di altre parrocchie e li troviamo tutti lì ad aspettarci.
La parte più emozionante è stata l’omelia del Parroco, Don Luigi. Un’omelia tutta dedicata a noi, per ringraziarci di aver portato il sorriso e i colori, perchè Dio – dice Don Luigi – vuole che noi viviamo a colori, i colori sono gioia, sono vita, sono i clown.
Da domenica ci considerano i loro amici, persone che hanno dedicato il loro tempo e i loro sforzi a raccogliere materiale (e soldi) e sono andati fin laggiù a portarglielo. Siamo gli amici di Rimini dei quali non si dimenticheranno mai e conservano in cuore la speranza che questo legame non si interrompa.
Davanti a tanta gratitudine mi sono chiesta: “ma in fondo cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?” ed ho capito che a volte basta davvero poco per fare del bene, l’importante è fare.
Dopo pranzo via con giochi, peluche e palloncini a non finire……… siamo stati letteralmente sommersi dai bimbi, ci stavano tutti talmente addosso che Trilly quasi non riusciva a fare le sue magie senza che ne venissero scoperti i trucchetti.
Poi è stata la volta dei ragazzi della protezione civile (Gianluca, Daniela e Alice che si sono conosciuti nel campo di Piazza d’armi questa estate) che hanno consegnato il loro materiale e poi di nuovo dolci, palloncini e giochi.
Penso di poter parlare anche a nome degli altri clown del gruppo “spedizione Abruzzo” (Trilly, Nonlosò, Gelsomino, Danilo) dicendo che abbiamo vissuto un’esperienza indimenticabile, piena e gonfia di emozioni. Abbiamo conosciuto persone fantastiche – i ragazzi della protezione civile – che hanno detto che adesso che ci hanno conosciuto non ci lasceranno più! (ovviamente era rivolto a tutti i clown, non solo a noi).
Un pensiero particolare per le persone di San Nicola, soprattutto Giuseppina.
Grazie a tutti dal profondo del nostro cuoricino……….
Liperlì
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